Il processo di fusione a cera persa, noto anche col nome
di "microfusione", ha origini molto lontane nel tempo e legate in
gran parte al mondo dell'arte. Già gli scultori dell'antico Egitto,
della Mesopotamia, della civiltà di Benin in Africa, della dinastia
Han in Cina, utilizzavano questa tecnica per realizzare opere dalle
forme complesse in rame, bronzo e in oro.
Nella
regione dell'attuale Colombia, le popolazioni Quimbaya fondevano
preziosi gioielli in oro già molto tempo prima della scoperta dell'America,
e tra le testimonianze più significative dell'utilizzo del processo
della "cera persa" nei tempi antichi vi sono proprio alcune fusioni
pre-colombiane di questa tribù che trovava la sua collocazione in
una piccola area situata fra il fiume Cauca ed i suoi affluenti
orientali, il Micos e il Gauiaya.
In
Europa ritroviamo traccia scritta della nostra tecnologia nel sedicesimo
secolo, quando Benvenuto Cellini descrive nella sua autobiografia
la tecnica utilizzata per realizzare il Perseo,
insigne capolavoro della scultura rinascimentale italiana.
Cellini
utilizza infatti, per fondere questa statua dal peso di circa tre
tonnellate e mezzo, proprio il processo della cera persa. Solo verso
gli
inizi del 1900 questa tecnologia viene "riscoperta" per nuove applicazioni.
Sarà
l'americano dott. D. Philbrook a citarla come tecnica innovativa
per la costruzione di protesi dentarie in un suo saggio del 1897,
ma solamente con il contributo del dott. W.H. Taggart di Chicago
verranno finalmente esplicitate le enormi potenzialità industriali
del processo di fusione a cera persa. Taggart infatti non solo pubblica
un dettagliato studio sull'argomento nel 1907, ma sviluppa anche
una nuova "cera" dalle ottime proprietà e pure uno specifico materiale
per
il rivestimento ceramico.
La
tecnologia conosce una rapida evoluzione negli Stati Uniti con l'avvento
della seconda guerra, grazie alla necessità di realizzare componenti
di precisione in leghe speciali e dalla geometria complessa (in
particolar modo pensiamo alle palette per turbine di motori di aerei
a turboreazione).
Negli
anni cinquanta la tecnologia inizia a diffondersi anche in Europa
e trova vantaggioso impiego in tutti quei settori che richiedono
componenti in acciaio con forme geometriche particolari e ristrette
tolleranze dimensionali.
In
Italia le prime applicazioni industriali della fusione a cera persa
si hanno proprio a Gardone Val Trompia, nella realizzazione di particolari
per armi, cittadina dove è nata ed ha sede la Metrocast Italiana
spa.
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